Bonfire, un brano dalla stagione concertistica di Bergamo

Presentato alla prestigiosa Sala Piatti di Bergamo nella stagione concertistica … e adesso musica! dell’Achrome ensemble, il brano Bonfire ha un background nel lungo periodo di ricerca che Luisa Antoni ha dedicato alle ineffabili dimensioni sciamaniche e che ha dato come frutti il brano Scintille d’acqua e il brano Bonfire, appunto.

La formazione di Bonfire è per flauto basso, violoncello, pianoforte, 2 e-bow e bicchieri. Nei suoi ultimi brani la compositrice ha scelto di indagare le difficilmente afferrabili dimensioni dello sciamanesimo, come si mostrano a noi al giorno d’oggi.

Se nel brano precedente Scintille d’acqua per violino, clarinetto basso e pianoforte (che non è stato ancora eseguito) ha preso ispirazione da un testo, legato all’acqua, degli sciamani jacuti (un popolo dall’est della Siberia), nel brano Bonfire (Falò) trae ispirazione da un testo sciamanico ‘Preghiera al fuoco’ (riportato qui sotto) dei popoli turchi sud-siberiani.

 Ecco il testo da Testi dello sciamanesimo (ed. UTET):

“Fuoco madre dalle trenta teste,

vergine madre dalle quaranta teste,

tu che cuoci ogni cosa cruda,

che sciogli ogni cosa ghiacciata,

discendi, fai il giro e sii padre,

discendi, inchinati, chinati e sii madre!”

Vista l’ispirazione nella dimensione sciamanica e l’attenzione al fuoco come elemento primigenio – un’attenzione molto presente nel mondo sloveno, da cui la compositrice proviene – la sua idea è quella di eseguire il brano Bonfire all’aperto, accanto o in un bosco, dove si possa sistemare un braciere con il fuoco vivo. Il fuoco è una parte importante di questo brano, un brano che vorrebbe dialogare con una dimensione trascendente.

Nel caso di un’esecuzione in teatro – per motivi di sicurezza – il fuoco è sostituito da un braciere con un fuoco simulato. Il braciere si trova nel proscenio e è un elemento scenico essenziale. Il fuoco è acceso dall’inizio dell’esecuzione e si spegne alla fine con i due musicisti che gettano l’acqua dei loro bicchieri intonati (bicchieri che hanno precedentemente sfregato, producendo suoni ad altezze definite) sul fuoco.

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